Lady Gaga: «Sono italiana e ne sono orgogliosa. Mi sento doppia, ho tante fragilità. Canto incubi e il mondo è confuso: anche le parole diventano armi»
La star e il nuovo album «Mayhem»: torno al pop delle origini tra poetica dark e ritmi veloci
Lady Gaga: «Sono italiana e ne sono orgogliosa. Mi sento doppia, ho tante fragilità. Canto incubi e il mondo è confuso: anche le parole diventano armi»
di Andrea Laffranchi
La star e il nuovo album «Mayhem»: torno al pop delle origini tra poetica dark e ritmi veloci
Lady Gaga: «Mi sento doppia, ho tante fragilità. Canto incubi e il mondo è confuso: anche le parole diventano armi»
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Lady Gaga si scalda la voce cantando e scherzando con il suo team fra un’intervista e un’altra. Una giornata di chiacchiere internazionali via piattaforma per il lancio di Mayhem, il settimo album della sua carriera, uno dei più attesi dell’anno. Arriva dopo Chromatica (2020) e segna un ritorno al pop delle origini, «il mio stile iniziale caratterizzato da una poetica dark e da ritmi veloci», dopo le deviazioni jazz degli ultimi lavori, il secondo album con Tony Bennett (2021) e quell’Harlequin ispirato dalla villain che ha interpretato in Joker: Folie à Deux (2024). Le aspettative dei little monsters, i mostriciattoli, così si sono ribattezzati i suoi fan, erano così alte che l’estate scorsa il suo ritorno, Die with a Smile in coppia con Bruno Mars, è diventata la canzone più veloce della storia a raggiungere 1 miliardo di stream su Spotify.
Mayhem, che in italiano significa «caos», riflette la confusione e le contraddizioni che Gaga sente dentro sé e quelle che percepisce al di fuori. «È il tentativo di dare un senso a sé stessi e al mondo quando tutto sembra nel caos», racconta la popstar.
È più un caos interiore o esteriore?
«Entrambe le cose: il nostro caos personale è causato anche dal mondo che ci circonda. Il disco è come il racconto di un ciclo di incubi, come una notte fuori, con tutti relativi colpi di scena, in cui qualcuno ti fa un incantesimo: si parte con la malattia della prima canzone che riflette il modo con cui ci facciamo del male sfidandoci e si conclude con la pace, la fine del caos, dell’ultima. Il disco in fondo parla di resilienza, dell’affrontare le sfide che hai davanti per arrivare dall’altra parte della notte: ci riesci se hai controllo sulla tua vita».
Sembra quindi che la sua parte interiore sia messa meglio del mondo…
«Non c’è molta pace nel mondo al momento. La musica può farti sentire in pace».
Sulla copertina c’è il suo riflesso sfuocato su uno specchio rotto. Che significato ha?
«Il perdersi quando la vita si fa dura, è una specie di follia, di psicosi, di distacco dalla realtà. Quella foto da un’idea di qualcuno che non è del tutto intero, che è distrutto. A volte, come capita a tutti, mi sento così. Spesso mi è stato chiesto di spiegare da un punto vista dell’artista chi sono e come sono. La realtà è che io sono molte cose: non c’è una risposta lineare, non voglio essere messa in una scatola. Mayhem parla dell’affrontare chi sono veramente e spero che porti a tutti il desiderio di celebrarsi per quello che si è, con le proprie fragilità».
C’è una lotta interna fra Stefani e Gaga?
«Penso di essere sempre stata in guerra con me stessa da quando ho creato Lady Gaga. La musica la fanno entrambe perché io sono un persona unica, ma all’interno ho due lati: questa doppia realtà fa parte del caos».
La parola una volta era uno strumento in contrapposizione alle armi, oggi qualcuno dice che il politicamente corretto è un limite alla libertà di espressione e usa la parola come arma contro le minoranze…
«Mai come oggi vedo un uso della parola come arma e come violenza. Credo, e lo dico da artista, che la libertà di parola a volte sia sopravvalutata: dobbiamo ritenerci responsabili per l’uso di quelle parole d’odio che sono una violenza verso altre persone. Mi intristisce e mi fa arrabbiare vedere persone in posizioni di leadership dare più valore alla libertà di parola che alla vita delle persone».
Ai Grammy ha detto che le persone trans sono invisibili… Sembra che, dopo una fase di espansione, i diritti civili si stiano restringendo…
«Molte persone di potere mettono la giustizia sociale in secondo piano e si sostengono a vicenda in questo comportamento. Viviamo un momento fondamentale per chi crede nella gentilezza, nell’inclusività, nella tolleranza e in un mondo senza pregiudizi: le persone meritano di avere uguaglianza e amore».
Ennesimo record: su Spotify lei è la donna con più ascoltatori mensili (123 milioni). In Italia il 2024 si è chiuso con solo 11 donne nella top100 degli album…
«Che le donne debbano lottare per far sentire la propria voce è una storia vecchia come il mondo. Però adesso ce ne sono di molto potenti nell’industria musicale. E vedo anche persone queer in ruoli importanti. Dobbiamo creare ancora più spazio perché le donne siano ascoltate. Nel corso degli anni ho imparato ad assumermi la responsabilità di quello che faccio. Ho sempre scelto i produttori, sono stata co-produttrice dei miei dischi, ho scritto tutte le mie canzoni, ho curato le performance e ogni aspetto della mia arte, ma per la gran parte della mia carriera sono stata l’unica donna nella stanza. Ringrazio tutti i collaboratori che ho avuto, ma la mia musica è opera mia. Non è stato facile. Con un grande come Bruno Mars è stata la prima volta che mi sono sentita messa sullo stesso livello».
La sua creatività ha usato moda e costumi per andare oltre l’idea di abito… Oggi sembra che per molti artisti l’outift sia solo una scelta frutto di accordi commerciali con i brand…
«Penso che ci sia del vero in questo. La realizzazione personale dovrebbe passare attraverso l’arte, mentre l’industria della moda è legata all’idea di status. Io intendo la moda come espressione di sé: e puoi farcela anche trasformando qualcosa di seconda mano in qualcosa di speciale. Non credo sia un messaggio buono dire ai giovani che possono sentirsi accettati solo se spendono dei soldi per indossare un certo capo».
Lei ha origini italiane. C’è qualcosa di italiano in «Mayhem»»?
«Io! Sono io l’artista e sono italiana. Lo ripeto perché voglio che tutti lo sappiano: sono italiana e ne sono orgogliosa. Amo la mia famiglia. Amo cucinare. Adoro preparare da mangiare per le persone che amo: a casa mia e di Michael il posto più importante è la cucina».
Il piatto che prepara?
«La pasta col sugo di finocchi. Per me i finocchi sono la verdura più italiana che ci sia… Mi ricordo quando mia nonna li tagliava e li portava in tavola».
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